Buenos Aires diventa per tre giorni la capitale mondiale
dell’innovazione, tre giorni in cui giornalisti, appassionati di tecnologia e
menti informatiche impegnate nell’hackeraggio costruttivo si incontreranno,
dibattendo non solo su questioni tecniche ma sui media e sul loro futuro. Un
modello importante anche per chi, anche in Italia, si ostina a voler nascondere
e bloccare informazioni.
Si chiama Hack/Hackers BA Media Party e si svolgerà dal 30
agosto (cioè ieri) al 1° settembre ed è l’unico evento del genere nel
continente latinoamericano a cui si sono dati appuntamento i migliori
giornalisti locali, ma anche esperti del Guardian e del New York Times,
esponenti di Google, Mozilla Project e ProPublica. L’obiettivo è di mettere
insieme tutti i progetti delle tre giornate di lavoro e darne il più possibile
una forma ed una destinazione comune.
L’evento è ospitato dalla quinta comunità di Hack/Hackers più
grande al mondo dietro NY, Londra, S. Francisco e Boston, a dimostrazione di
come l’Argentina ormai viaggi realmente ad una doppia velocità in tema di
tecnologia, creatività. Basti pensare al grande exploit di Palermo Valley, un
progetto che ha preso il nome dalla più ricca e famosa Silicon Valley ma che
con l’impegno di tutto ha visto fiorire più di 500 imprenditori del web con le
loro idee su cui non sono mancati gli occhi delle più grandi multinazionali del
settore.
Ma al Media Party di Buenos Aires si parlerà soprattutto di
tecnologia al servizio della comunicazione e quindi di come superare le
barriere della censura, compresa quella figurata nelle democrazie più grandi
del mondo, di come superare frontiere ancora chiuse, insomma su come «ripensare
il giornalismo» alla luce delle più moderne applicazioni e dei migliori
progetti degli ultimi anni come ScraperWiki, Zeega, Tor, Ushahidi.
Nel giorno finale durante l’Hackaton, la maxi riunione di
lavoro ci sarà la premiazione dei progetti più interessanti con borse fino a
50mila dollari per sviluppare il progetto inizialmente a livello locale e poi
esportarlo anche altrove qualora ci siano ottimi margini di utilità ed
ovviamente di profitto. Sono diversi i progetti già presentati sull’apposito
sito e su cui si concentreranno i gruppi di lavoro: da una mappa dei
femminicidi nel mondo o un’applicazione che curi il monitoraggio continuo dei
luoghi più pericolosi fino a guide che si concentrano maggiormente
sull’informazione 2.0 e sull’open source.
È un’altra grande occasione per la capitale argentina di
consacrarsi uno dei centri nevralgici mondiali in tema di informazione, specie
in questo momento di braccio di ferro fra il governo ed i grandi gruppi
editoriali argentini, ma anche questo in fondo significa fermento culturale ed
aspirazione ad emergere, quella che molte delle nostre grandi città hanno
perso, perdendo con essa la creatività e lo spirito innovativo, cose che danno
energia, passione ma anche denaro e lavoro.