venerdì 31 agosto 2012

A Buenos Aires per ripensare il giornalismo




Buenos Aires diventa per tre giorni la capitale mondiale dell’innovazione, tre giorni in cui giornalisti, appassionati di tecnologia e menti informatiche impegnate nell’hackeraggio costruttivo si incontreranno, dibattendo non solo su questioni tecniche ma sui media e sul loro futuro. Un modello importante anche per chi, anche in Italia, si ostina a voler nascondere e bloccare informazioni.  

Si chiama Hack/Hackers BA Media Party e si svolgerà dal 30 agosto (cioè ieri) al 1° settembre ed è l’unico evento del genere nel continente latinoamericano a cui si sono dati appuntamento i migliori giornalisti locali, ma anche esperti del Guardian e del New York Times, esponenti di Google, Mozilla Project e ProPublica. L’obiettivo è di mettere insieme tutti i progetti delle tre giornate di lavoro e darne il più possibile una forma ed una destinazione comune.

L’evento è ospitato dalla quinta comunità di Hack/Hackers più grande al mondo dietro NY, Londra, S. Francisco e Boston, a dimostrazione di come l’Argentina ormai viaggi realmente ad una doppia velocità in tema di tecnologia, creatività. Basti pensare al grande exploit di Palermo Valley, un progetto che ha preso il nome dalla più ricca e famosa Silicon Valley ma che con l’impegno di tutto ha visto fiorire più di 500 imprenditori del web con le loro idee su cui non sono mancati gli occhi delle più grandi multinazionali del settore.

Ma al Media Party di Buenos Aires si parlerà soprattutto di tecnologia al servizio della comunicazione e quindi di come superare le barriere della censura, compresa quella figurata nelle democrazie più grandi del mondo, di come superare frontiere ancora chiuse, insomma su come «ripensare il giornalismo» alla luce delle più moderne applicazioni e dei migliori progetti degli ultimi anni come ScraperWiki, Zeega, Tor, Ushahidi.

Nel giorno finale durante l’Hackaton, la maxi riunione di lavoro ci sarà la premiazione dei progetti più interessanti con borse fino a 50mila dollari per sviluppare il progetto inizialmente a livello locale e poi esportarlo anche altrove qualora ci siano ottimi margini di utilità ed ovviamente di profitto. Sono diversi i progetti già presentati sull’apposito sito e su cui si concentreranno i gruppi di lavoro: da una mappa dei femminicidi nel mondo o un’applicazione che curi il monitoraggio continuo dei luoghi più pericolosi fino a guide che si concentrano maggiormente sull’informazione 2.0 e sull’open source.

È un’altra grande occasione per la capitale argentina di consacrarsi uno dei centri nevralgici mondiali in tema di informazione, specie in questo momento di braccio di ferro fra il governo ed i grandi gruppi editoriali argentini, ma anche questo in fondo significa fermento culturale ed aspirazione ad emergere, quella che molte delle nostre grandi città hanno perso, perdendo con essa la creatività e lo spirito innovativo, cose che danno energia, passione ma anche denaro e lavoro. 

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