Il giorno dopo il Costa Rica si sveglia ricontando i danni
del terribile terremoto di 7.6 gradi Richter che ha colpito la regione del
Guanacaste e si interroga se sia stato questo il big one, il grande terremoto che
tutti aspettavano e che era stato annunciato anni fa da uno studio dell’Osservatorio
vulcanologico e sismologico guidato da Marino Protti.
Sembra una storia molto simile a quella di Giampaolo Giuliani
e del terremoto in Abruzzo sulla prevedibilità dei terremoti che nel paese è tenuta
in notevole considerazione. L’unica certezza è che terremoti di tale intensità
nella zona centroamericana dove le placche tendono a scivolare una sull’altra
creando grossi squilibri, sono soliti verificarsi, anche se questo è il secondo
sisma più potente dal 1950, mentre l’ultimo registrato con danni materiali
notevoli è avvenuto nel 1991 con 40 morti in Costa Rica e 79 in Panama.
Il terremoto ha causato perdite di gas, danneggiamenti agli
impianti elettrici ed idrici di case ed alberghi e nell’epicentro alcuni centri
restano isolati a livello terrestre per crolli o danni a ponti e strade di
collegamento e frane che hanno bloccato anche i soccorsi di vigili del fuoco ed
operatori sanitari e comunque è molto presto per un completo monitoraggio dei
danni materiali per i privati e le aziende.
La presidentessa del paese Laura Chinchilla ha informato alla
tv che la situazione sta lentamente tornando alla calma e che non è possibile
fare previsioni su possibili nuove scosse (nel frattempo ci sono state più di
500 repliche e le medesime, altrettanto forti, dureranno per settimane, forse
mesi) ma visitando le zone terremotate ha parlato di un vero e proprio
miracolo. «Avrebbe potuto essere una catastrofe. La prima sensazione è stata di
sgomento e di timore e non sottovalutiamo i danni, ma al momento non
registriamo vittime ed è stato un miracolo che non ci siano state conseguenze
gravissime».
In occasione del terremoto era stato diramato l’allarme
Tsunami per tutto l’Oceano ed in particolare per l’America Centrale poi
ridimensionato con il passare del tempo, ma fortunatamente non c’è stato alcun
evento successivo che avrebbe potuto aggravare il bilancio delle vittime e dei
danni ingenti. Resta la paura, paradossalmente, per quello che non è ancora
accaduto e potrebbe accadere, per questo in molte zone vicine all’epicentro ci
si organizza non solo per l’evacuazione ma c’è chi programma addirittura l’abbandono
definitivo, ma nessuno degli esperti se la sente di confermare e neppure di
smentire.
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