lunedì 20 agosto 2012

Assange arringa i sostenitori. Giallo sull'ingresso della polizia inglese


Nervi di nuovo tesi fra Gran Bretagna ed Ecuador dopo il breve comizio che Julian Assange aveva già annunciato di voler tenere dal balcone dell’Ambasciata ecuadoriana a Londra con il suo difensore, l’ex magistrato spagnolo Baltasar Garzon al suo fianco.

Julian Assange infatti ha detto apertamente di aver sentito nella notte la polizia cercare di entrare nell’edificio per raggiungerlo e catturarlo attraverso la scala di emergenza, dissuasa poi dal fatto che c’era troppa gente attorno all’edificio e che agli occhi del mondo sarebbe stata palese la violazione della Convenzione di Vienna da parte della Gran Bretagna. Proprio ieri i paesi dell’ALBA hanno adottato una risoluzione comune di condanna contro le minacce dei britannici che potrebbe essere bissata dall’Unasur.

Scotland Yard ha categoricamente smentito di essere entrata o di aver tentato di entrare nell’Ambasciata, tramite il suo portavoce, accusando altresì Julian Assange di essere un bugiardo e di aver cercato ulteriore sostegno popolare alle sue ragioni per incrementare ancora di più il numero di persone e media attorno a lui, magari anche per cercare di uscire con un auto diplomatica senza dare nell’occhio.

Assange, dal canto suo, ha ringraziato l’Ecuador ed il presidente sudamericano Correa per il loro coraggio ed il loro esempio democratico ed ha ribadito la volontà di rispondere in videoconferenza ai magistrati svedesi sulle accuse di violenza sessuale e ha rivolto un appello al presidente Usa Barack Obama affinché si impegni a non proseguire nella caccia alle streghe e sia corretto nei confronti di chi diffonde e persegue la verità e lotta ogni giorno contro la disinformazione negli Usa, in Australia ed in Gran Bretagna.

All’uscita dall’Ambasciata anche il difensore Baltasar Garzon ha confermato la volontà di Assange e dell’Ecuador di giungere ad un accordo con la Gran Bretagna al fine di favorire l’uscita del fondatore di Wikileaks e la sua eventuale estradizione in Svezia con delle precise garanzie e senza che per questo ne segua una persecuzione politica. 

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